La Giornata Internazionale della Fratellanza umana

Si celebra oggi a Dubai la II Giornata Internazionale della Fraternità Umana, con una commemorazione congiunta di Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.
Essa sarà realizzata con due videomessaggi sul tema “Sotto lo stesso cielo”, che verranno diffusi nel corso dell’evento celebrativo che si svolgerà come “Tavola rotonda della Fratellanza Umana e dell’Alleanza per la Tolleranza globale”.
L’incontro, al quale parteciperà come relatore il Cardinale Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, si terrà nel contesto dell’Expo Dubai 2020 ed è stato organizzato congiuntamente dal Ministero per la Tolleranza e la Coesistenza degli Emirati Arabi Uniti e dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, con il sostegno della Santa Sede e dell’Università di Al-Azhar.
Il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso invita tutti ad unirsi a questa celebrazione, secondo le modalità che ciascuno riterrà opportune, rispondendo all’esortazione rivolta da Papa Francesco e dal Grande Imam Al-Tayyeb a lavorare insieme per superare le sfide che l’umanità sta affrontando, sperando di poter promuovere, sostenere e incoraggiare le comunità e le persone di tutto il mondo ad essere insieme veri messaggeri di unità, solidarietà e fraternità.
L’ iniziativa promossa dalle Nazioni Unite arriva a tre anni dalla pubblicazione ad Abu Dhabi del Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace nel Mondo e la Convivenza Comune, firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib il 4 febbraio 2019.
Un evento straordinario che ci chiama a lavorare per una cultura di pace e ad impegnarci a favore della fraternità e dell’amicizia sociale.
La ricorrenza è stata stabilita all’unanimità dalla Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 21 dicembre 2020, in seguito a contatti avvenuti con il Comitato Superiore (presieduto dal Cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso), costituito alcuni mesi dopo l’incontro di Abu Dabhi per raggiungere gli obiettivi contenuti nel Documento.
Ricordiamo brevemente i fatti che hanno portato a questa importante ricorrenza.
Nel dicembre 2019 i membri del Comitato Superiore incontrarono a New York il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, per consegnargli un messaggio di Papa Francesco e del Grand Imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayyeb. In esso si proponeva anche che il 4 febbraio fosse dichiarato Giornata Mondiale della Fratellanza Umana e si chiedeva alle Nazioni Unite di partecipare, assieme alla Santa Sede e ad Al-Azhar, all’organizzazione, in un prossimo futuro, di un Summit mondiale sulla Fratellanza Umana.
La proposta fu accolta favorevolmente dal Segretario Guterres, che manifestò apprezzamento per l’iniziativa, sottolineando l’importanza di lavorare a servizio dell’umanità intera. E a quel punto fu designato un Rappresentante delle Nazioni Unite per seguire le attività proposte e collaborare con il Comitato Superiore.
La data del 4 febbraio venne stabilita in seguito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, durante la sua 75a sessione plenaria, e si manterrà ogni anno.
Lo scopo della Giornata
Nel comunicato delle Nazioni Unite si legge che, adottando questa risoluzione, l’Assemblea invita gli Stati membri a celebrare questa giornata “per promuovere il dialogo interreligioso e interculturale“. Viene espresso anche l’auspicio che – mentre il mondo affronta la crisi senza precedenti causata dalla pandemia del Coronavirus – sarà ricercata “una risposta globale basata sull’unità, la solidarietà e una rinnovata cooperazione”, con la consapevolezza che da soli non possiamo salvarci. La risoluzione invita quindi a compiere ogni sforzo per promuovere il dialogo interreligioso e interculturale come sostenuto nel Documento firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib.
Al Documento di Abu Dhabi Papa Francesco ha fatto riferimento nella stesura dell’Enciclica “Fratelli tutti”, ricordando nell’Appello finale l’incontro con il Grande Imam: “In quell’incontro fraterno, che ricordo con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, «dichiariamo – fermamente – che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità,
estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, dell’uso politico delle religioni e anche delle interpretazioni di gruppi di uomini di religione che hanno abusato – in alcune fasi della storia – dell’influenza del sentimento religioso sui cuori degli uomini […]. Infatti Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente».[284] Perciò desidero riprendere qui l’appello alla pace, alla giustizia e alla fraternità che abbiamo fatto insieme” (…).
La nostra vita – ha precisato più volte Papa Francesco -, la vita delle nostre comunità, non può essere separata dalla vita degli altri. Dipendiamo l’uno dall’altro. E ha sottolineato più volte il ruolo- chiave delle religioni, l’importanza delle relazioni tra seguaci di varie religioni, perché siamo membri di un’unica famiglia, perché Dio è il Creatore di tutto e di tutti.
Questo è il criterio fondamentale che la fede ci offre per “la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società”, per costruire un vero dialogo che non sia un semplice parlare “per diplomazia, cortesia, tolleranza” (Fratelli tutti, 271). E lo ribadisce fortemente nel par. 272 del cap. ottavo:
Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di figli che non sono orfani si può vivere in pace fra noi». Perché «la ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità».[cit. Da Benedetto XVI, Caritas in veritate,19].
La Giornata Internazionale della Fratellanza segna anche un momento importante delle attività dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), l’organismo internazionale costituito dagli Stati dopo la fine della seconda guerra mondiale con il compito di mantenere la pace.
Essa riafferma gli scopi e i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite e nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, in particolare il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione.
E, rispetto ad altre risoluzioni che l’hanno preceduta, proclamando l’eliminazione di tutte le forme di intolleranza e di discriminazione basata sulla religione o sul credo, costituisce un nuovo passo in avanti per questo tempo, segnato da atti che diffondono l’odio religioso e minano il rispetto per le diversità e per il mondo che deve affrontare la crisi causata dalla pandemia del COVID-19, che richiede una risposta globale basata sulla solidarietà e la cooperazione multilaterale.
L’invito – si legge nel Documento di Abu Dhabi – a riconoscere che la tolleranza, il rispetto reciproco e la diversità delle religioni e delle credenze promuovono la fratellanza umana, è rivolto a tutti:
“agli intellettuali, ai filosofi, agli uomini di religione, agli artisti, agli operatori dei media e agli uomini di cultura in ogni parte del mondo, affinché riscoprano i valori della pace, della giustizia, del bene, della bellezza, della fratellanza umana e della convivenza comune, per confermare l’importanza di tali valori come àncora di salvezza per tutti e cercare di diffonderli ovunque.
E, nella conclusione, entrambi i firmatari esprimono questo auspicio:
che questa Dichiarazione sia un invito alla riconciliazione e alla fratellanza tra tutti i credenti, anzi tra i credenti e i non credenti, e tra tutte le persone di buona volontà;
sia un appello a ogni coscienza viva che ripudia la violenza aberrante e l’estremismo cieco; appello a chi ama i valori di tolleranza e di fratellanza, promossi e incoraggiati dalle religioni;
sia una testimonianza della grandezza della fede in Dio che unisce i cuori divisi ed eleva l’animo umano;
sia un simbolo dell’abbraccio tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud e tra tutti coloro che credono che Dio ci abbia creati per conoscerci, per cooperare tra di noi e per vivere come fratelli che si amano.
Questo è ciò che speriamo e cerchiamo di realizzare, al fine di raggiungere una pace universale di cui godano tutti gli uomini in questa vita.
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