Occhiello: Santi e beati

18 Febbraio 2022 Off Di Lucia Romiti

Il 26 luglio del 1942, quando il sacerdote carmelitano olandese Tito Bradsma fu ucciso con un’iniezione letale a Dachau, compì il suo ultimo atto di fede, l’ultimo gesto di una vita fatta di amore cristiano, preghiera e strenua ricerca della verità.
Era arrivato nel tristemente famoso campo di sterminio tedesco poco più di un mese prima e, viste le sue condizioni di salute compromesse dalla precedente prigionia, era stato confinato nell’ospedale del campo.
Lo avevano arrestato il 19 gennaio 1942 in convento, appena tornato dopo una lezione all’università cattolica di Nimega che aveva contribuito a fondare e nelle cui aule insegnava filosofia.
Di campo in campo, di privazione in privazione, giunge alla destinazione finale: Dachau.
L’infermiera sta per somministragli l’acido fenico che lo porterà alla morte e lui la invita a pregare recitando l’Ave Maria. Le regala un rosario di fortuna, realizzato con bottoni e pezzetti di legno da un detenuto. “Io non so pregare”, dice lei, ma padre Tito la incoraggia: “Non fa niente. Reciti con me: ‘prega per noi peccatori’”. La donna si convertirà e testimonierà al processo di beatificazione del carmelitano.
Giornalista e professore di filosofia, padre Tito Bradsma si era subito opposto alla follia nazista, alzando la voce insieme alla Chiesa cattolica olandese. Assistente della stampa cattolica, nel 1941 aveva visitato personalmente le redazioni delle testate giornalistiche, invitando al dissenso netto: «Le direzioni e le redazioni sappiano che dovranno rifiutare formalmente tali comunicati, se vogliono conservare il carattere cattolico dei loro giornali. E questo anche se un tale rifiuto conducesse il giornale a essere minacciato, multato, sospeso temporaneamente o anche definitivamente chiuso».
Per padre Tito, nato vicino Bolsward, nei Paesi Bassi, il 23 febbraio 1881 e diventato sacerdote nel 1905, non possono esistere compromessi con gli occupanti tedeschi e le leggi raziali che stanno imponendo, né con la volontà di potenza animatrice del nazismo, che vuole scalzare la base stessa del cristianesimo: il concetto di persona. Una persona sacrificata da Hitler sull’altare di una vaga idea di collettivo.
Papa Francesco, il 21 novembre scorso, ha autorizzato la promulgazione del decreto di canonizzazione del sacerdote carmelitano che Giovanni Paolo II ha beatificato il 3 novembre 1985.
Diventerà santa anche la beata Maria di Gesù, fondatrice delle Suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. Beati saranno invece cinque sacerdoti francesi uccisi in odio alla fede nel maggio 1871 dai comunardi parigini. Infine, il Pontefice ha autorizzato i decreti sulle virtù eroiche di sei servi di Dio tra i quali l’indimenticabile vescovo di Molfetta, don Tonino Bello.