Rendimi la gioia della tua salvezza. TEMPO DI PASQUA 2022
I Lettura At.9,1-20
In quei giorni, Saulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu alzati ed
entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».
Vangelo Gv. 6,52-59
I Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
I Giudei, umanamente parlando non avevano torto a “discutere aspramente”; il problema era, per loro Ieri e per noi oggi, non ascoltare la Parola, che è Gesù, interamente, non cogliere il senso della sua Parola, non fidarsi e affidarsi a Lui, non credere in Lui. Se credessimo veramente nell’Eucarestia, pensate che non
cambieremmo totalmente la nostra vita, che i nostri comportamenti, la nostra carità non dovrebbero
essere caratterizzati da entusiasmo, da anelito di perfezione, dovremmo essere degli incendiari: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e come vorrei che fosse gia acceso”…e invece!!!
Del resto accostarsi all’Eucarestia senza le dovute condizioni e senza una piena consapevolezza, dice San Paolo, noi mangiamo la nostra condanna.