Rendimi la gioia della tua salvezza. TEMPO DI PASQUA 2022
VANGELO Gv.10,1-10
Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.
Non è solo una Domenica, quella del Buon Pastore, come non è solo la Giornata Mondiale di preghiera delle Vocazioni per sentirci chiamati a meditare e pregare sulla dimensione vocazionale della vita cristiana. La pagina del Vangelo di oggi è molto significativa e densa di passaggi che ci riguardano. Gesù è il “buon pastore” e specifica in che cosa consiste essere buon pastore: dare la vita, conoscere le pecore, stabilire un rapporto personale e profondo con ciascuna di esse, farsi conoscere, entrare nella persona di Cristo, capire le esigenze dell’appartenenza a Lui. Il rapporto a cui chiama Gesù è lo stesso che Lui vive con il Padre; ci chiama alla intimità e alla unità “come il Padre conosce me e io conosco il Padre”. Il dovere del “Pastore” è quello di divenire sempre più “buon pastore”; il dovere del “gregge” è quello di ascoltare, di pregare, di sostenere, anche di correggere con prudenza e delicatezza il pastore che ci è affidato.