La gioia di essere cristiani

5 Luglio 2022 Off Di Maria Nives Zaccaria

Cari amici e amiche di “donnacristiana”, per aiutarci a meglio comprendere le caratteristiche essenziali della fede cristiana possiamo aggiungere a quanto abbiamo detto finora che la fede è l’atto fondamentale del cristiano, quell’atto che rende credenti e poi guida tutta la nostra esistenza. Un atto ragionevole che parte da alcune premesse, fra cui l’ascolto della Parola di Dio attraverso la quale Dio si fa conoscere nel dialogo che vuole avere con l’uomo, ma che ad un certo punto richiede l’intervento dello Spirito Santo.

1. La natura della fede

Nel cap. III, art. 1 della prima Parte del Catechismo della Chiesa Cattolica, leggiamo che la fede è un dono di Dio, che ci viene dato per aiutarci a credere nelle verità rivelate. Essa si manifesta come una serie di aiuti interiori attraverso i quali lo Spirito Santo ci rende capaci di rivolgere il cuore a Dio; “apre gli occhi della nostra mente” (cfr. Ef 1,18) per aiutarci a comprendere i contenuti della rivelazione; ci dona “dolcezza nel consentire e nel credere alla verità”(DV, 5).

Riguardo alla sua natura ricordiamo in particolare le parole pronunciate da Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata nell’ultima tappa del viaggio apostolico in Georgia e Azerbaijan nell’ottobre 2016 (Cfr. art. di Vatican News, 2 ottobre 2016):

<<La fede, che è un dono di Dio e va sempre chiesta, va anche coltivata da parte nostra. Non è una forza magica che scende dal cielo, non è una “dote” che si riceve una volta per sempre, e nemmeno un super-potere che serve a risolvere i problemi della vita. Perché una fede utile a soddisfare i nostri bisogni sarebbe una fede egoistica, tutta centrata su di noi.
La fede non va confusa con lo stare bene o col sentirsi bene, con l’essere consolati nell’animo perché abbiamo un po’ di pace nel cuore. La fede è il filo d’oro che ci lega al Signore, la pura gioia di stare con Lui, di essere uniti a Lui; è il dono che vale la vita intera, ma che porta frutto se facciamo la nostra parte>>.

2. Come arrivare – nel nostro tempo – a “questa fede autentica” e come coltivarla perché essa maturi nella direzione indicata?

La risposta di Papa Francesco è molto chiara, come ci spiega la catechesi offerta durante l’Angelus del 1° agosto 2021: qui sotto il link:

Il Papa: fede matura se al centro c’è Dio e non i nostri bisogni www.vaticannews.va › news › angelus-1-agosto-2021-papa-francesco-fede

Perché cerchiamo il Signore? Quali sono le motivazioni della nostra fede? Queste domande sono necessarie per la qualità della nostra fede – spiega il Santo Padre – per non cadere nella tentazione dell’idolatria che spinge a cercare Dio “a nostro uso e consumo, per risolvere i problemi, per avere grazie a Lui quello che da soli non riusciamo a ottenere, per interesse”!

La strada indicata da Gesù alla folla che lo cercava invita ad andare contro le logiche di interesse e di calcolo e ad “accogliere Colui che il Padre ha mandato, … accogliere Gesù nella vita, vivere una storia d’amore con Gesù. Sarà Lui a purificare la nostra fede. Da soli non siamo in grado. Ma il Signore desidera con noi un rapporto d’amore: prima delle cose che riceviamo e facciamo, c’è Lui da amare. C’è una relazione con Lui che va oltre le logiche dell’interesse e del calcolo”.

3. Una strada per arrivare alla fede, nel nostro tempo,

è quella che ci conduce ad un incontro con Gesù Cristo “mediato” da realtà che offrono un’esperienza spirituale che apre alla Grazia che arriva attraverso lo Spirito Santo.

Come abbiamo detto nell’art. precedente, fra queste realtà vi è la corrente spirituale del Rinnovamento nello Spirito. Essa offre come esperienza fondamentale la VITA NELLO SPIRITO .

La vita nello Spirito /o VITA NUOVA / o Vita sotto la guida dello Spirito è un’esperienza che

  •  genera capacità di pregare – parlare con Dio e di ascoltarlo… per obbedire alla Sua Parola e convertirsi al Suo Amore; 
  • genera capacità di parlare di Dio e di Gesù Cristo – il Crocifisso Risorto e Signore della Storia – “con intelligenza”;
  • apre alla TESTIMONIANZA e all’EVANGELIZZAZIONE.

E’ un’esperienza PERSONALE, offerta ad ogni persona e costantemente RINNOVATA e PROGRESSIVA, nel senso che non è fatta una volta per sempre, ma che deve riportare continuamente nella nostra vita il 1° annuncio o Kerygma, cioè l’annuncio di ciò che Dio ha fatto e fa per noi.

4. La testimonianza di Luigi, un fratello che vive nel Veneto.

Luigi ha iniziato insieme alla moglie il cammino nel Rinnovamento nello Spirito Santo nel marzo del 2016. Insieme hanno frequentato il corso che si teneva nel loro paese (in provincia di Treviso) animato dal Gruppo “Dio è Amore”, proveniente dalla provincia di Venezia.

D. Come avete conosciuto questa iniziativa?  E che cosa vi aspettavate dalla nuova esperienza?

Ad invitarci fu una conoscente la quale ci assicurò che avremmo sperimentato l’Amore del Signore. E questo è avvenuto fin dall’inizio, perché quando arrivavamo le persone ci venivano incontro con un sorriso e con l’abbraccio, senza chiederci nulla e dandoci il benvenuto. Sia io che mia moglie erano anni che, pur frequentando la parrocchia e partecipando alla messa e a tanti momenti di devozione e di fede, eravamo ancora alla ricerca di qualcosa. Questo ci ha portato anche in luoghi mariani, ma ancora non era sufficiente a placare la nostra sete e a farci sperimentare una pace profonda. Durante il seminario di Vita Nuova il primo “dono” ricevuto in abbondanza è stato quello delle lacrime! Ho pianto come mai prima in vita mia. Un pianto che non era causato da qualche situazione particolare o sofferenza, ma che veniva da dentro e che man mano mi liberava da pesi interiori che non ricordavo più, ma che si erano riposti nel più profondo della mia anima. Il Signore conosceva bene la mia situazione. Ad un certo punto mia moglie iniziò a dirmi di smetterla, che ero una “piattola”, ma neanche a lei riuscivo a spiegare che quello che provavo non dipendeva dalla mia volontà. Ho consumato tanti fazzoletti, ma dopo ogni incontro ritornavo a casa sempre più ricco dell’Amore del Signore e della sua pace.

D. Veniamo al giorno della “preghiera per una nuova effusione dello Spirito”: un’esperienza nuova anche per voi …

Un giorno ancora ben presente e vivo nella memoria, perché il cammino mi aveva preparato bene a questo incontro con lo Spirito Santo. Durante la preghiera di Effusione avvenne qualcosa che mi tenne bloccato per il resto del tempo e non mi permise di ricevere quello che pensavo fosse un mio diritto, cioè la ricompensa che mi aspettavo per aver percorso tutte le tappe del cammino. Durante la preghiera su di me un fratello dell’équipe mi invitò a “pregare in lingue”. Il pensiero che feci in quel momento fu: “Non so cantare in lingue”. Ma fiducioso di quel suggerimento mi apprestai a cantare, però non ci riuscii. Ritornato al mio posto mi accorsi che i miei vicini, compresa mia moglie, erano felici, mentre io ero piuttosto deluso. Trascorsi la serata e la notte nella tristezza, perché il non essere riuscito a “cantare o a pregare in lingue” non mi dava pace. Per me era come se non fossi riuscito ad incontrare lo Spirito Santo. Invece – e di questo mi resi conto più avanti nel tempo – lo Spirito Santo aveva già iniziato il suo lavoro.

D. Che cosa è successo?

Di solito la mattina, nei giorni di lavoro, prendo il caffè verso le dieci e trenta e, quel lunedì, proprio nel momento in cui avvicinavo la tazzina alla bocca, mi ritornarono alla mente le parole di quel fratello: “Canta in lingue”. Così senza esitare provai e con mio stupore uscì qualche suono, ma scesero anche le lacrime! Allora mi bloccai subito, altrimenti come avrei potuto spiegare in ufficio gli occhi rossi? Attesi la fine della giornata lavorativa e ad un certo punto del mio viaggio di ritorno a casa mi ritornò alla mente quell’invito: “Canta in lingue”. Di nuovo uscì qualche piccolo balbettio e assieme scesero ancora le lacrime, ma cercavo di trattenermi, perché stavo guidando. Non vedevo l’ora di arrivare a casa! E una volta a casa finalmente mi sentii libero di lodare e di pregare il Signore!

D. Che cosa ti ha fatto capire quell’esperienza di vita spirituale?

Ho capito che la mia condizione era come quella del figlio maggiore della parabola del figliol prodigo. Io ero il figlio rimasto a casa, che sapeva di far bene il suo dovere, ma non sentiva l’Amore del Padre, perché avevo il cuore indurito. Provavo invidia per quelli che, dopo aver vissuto una vita dissoluta, ad un certo punto trovano l’Amore del Padre. Da allora, invece, sento forte l’Amore che Dio Padre ha per me. Da allora tutto è cambiato. Il mio cammino personale, come la vita di coppia. E insieme a mia moglie non vediamo l’ora che arrivi la sera dedicata all’incontro del Gruppo per lodare il Signore, per ringraziarlo e cantare il nostro grazie a Colui che è l’unico e il solo Signore della mia e della nostra vita!

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La testimonianza di Luigi ci fa comprendere diverse verità legate alla fede.

Il riferimento al figlio maggiore ci dice quanto sia importante che nella nostra vita ci sia Qualcuno che ci faccia capire chi siamo veramente e a che cosa siamo chiamati, perché incontriamo molte difficoltà nel conoscere noi stessi … E ci porta anche a riflettere sull’opera che lo Spirito Santo compie in coloro che scelgono di seguire Gesù come discepoli.

Un insegnamento importante, riguardo a questo tema, lo troviamo nell’Omelia per la Messa di Pentecoste 2022 (dom. 5 giugno) di Papa Francesco, che potete leggere integralmente cliccando questo link:

http://www.vatican.va/content/francesco/it/homilies/2022/documents/20220605-omeliapentecoste.html

Qui riporto i due paragrafi iniziali, che richiamano il tema dell’amore come punto di partenza della vita spirituale.

<<Nella frase finale del Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù fa un’affermazione che ci dà speranza e nello stesso tempo ci fa riflettere. Dice ai discepoli:
«Lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26).
Ci colpisce questo “ogni cosa”, e questo “tutto”; e ci domandiamo: in che senso lo Spirito dà a chi lo riceve questa comprensione nuova e piena? Non è questione di quantità né questione accademica: Dio non vuole fare di noi delle enciclopedie, o degli eruditi. No. È questione di qualità, di prospettiva, di fiuto. Lo Spirito ci fa vedere tutto in modo nuovo, secondo lo sguardo di Gesù. Lo esprimerei così: nel grande cammino della vita, Egli ci insegna da dove partire, quali vie prendere e come camminare.

C’è lo Spirito che ci dice da dove partire, quale via prendere e come camminare, lo stile del “come camminare”.

In primo luogo: da dove partire. Lo Spirito, infatti, ci indica il punto di partenza della vita spirituale. Qual è? Ne parla Gesù al primo versetto di oggi, dove dice: «Se mi amate, osserverete i
miei comandamenti» (Gv 14, 15). Se mi amate, osserverete: ecco la logica dello Spirito. Noi pensiamo spesso all’inverso: se osserviamo, amiamo. Siamo abituati a pensare che l’amore derivi essenzialmente dalla nostra osservanza, dalla nostra bravura, dalla nostra religiosità. Invece lo Spirito ci ricorda che, senza l’amore alla base, tutto il resto è vano. E che questo amore non nasce tanto dalle nostre capacità, questo amore è dono suo. Lui ci insegna ad amare, e dobbiamo chiedere questo dono. È lo Spirito d’amore che mette in noi l’amore, è Lui che ci fa sentire amati e
ci insegna ad amare. È Lui il “motore” – per così dire – della nostra vita spirituale. È Lui che muove tutto dentro di noi. Ma se non incominciamo dallo Spirito o con lo Spirito o per mezzo dello Spirito, la strada non si può fare >>.

Da parte nostra, occorre imparare a lavorare su noi stessi sotto la guida dello Spirito Santo, invocando la Sua Presenza e lasciandoci guidare in un cammino che ci insegna a pregare e come rivolgerci a Dio per chiederGli ciò di cui abbiamo bisogno per la nostra crescita nella vita cristiana.

Come ci ricorda la Sequenza di Pentecoste, lo Spirito Santo sarà presente nella nostra vita come “luce beatissima che invade il nostro cuore”, come “forza dall’alto” che guida il nostro cammino, come Consolatore che dona conforto nella solitudine, come Amore che ci fa sentire amati e ci insegna ad amare.

E allora faremo esperienza della verità della promessa fatta da Gesù “a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8, 31 – 32).

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