La tua Parola mi fa vivere. TEMPO per ANNUM
I Lettura Qo.2,1-11
Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Quale guadagno viene all’uomo per tutta la fatica con cui si affanna sotto il sole? Una generazione se ne va e un’altra arriva, ma la terra resta sempre la stessa. Il sole sorge, il sole tramonta e si affretta a tornare là dove rinasce. Tutte le parole si esauriscono e nessuno è in grado di esprimersi a fondo. Non si sazia l’occhio di guardare né l’orecchio è mai sazio di udire. Quel che è stato sarà e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole.
Vangelo Lc.9,7-9
Il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Erode “cercava di vedere Gesù”: perché? Cosa c’è alla base delle sue domande? La curiosità o ancor più la paura? “Chi è costui”? Certo la curiosità non fa conoscere le persone, si accontenta di vedere esteriormente, di aver soddisfatto gli occhi, come quando si cerca di vedere una “star”; la paura è generata dal rimorso, da una minaccia che si avverte psicologicamente derivante da cattivi comportamenti, dallo svelamento della verità…Per poter vedere Dio bisogna avere il cuore puro: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”; può vedere Gesù Cristo chi si impegna a conformare la sua vita alla sua; può vedere Gesù chi si mette alla sua sequela; chi chiede di abitare nella sua casa e a Lui di abitare la nostra; solo così si può conoscere Lui, poi amarlo, poi dedicare tutta la vita, secondo la propria vocazione, al suo servizio, che è il servizio del prossimo.