La tua Parola mi fa vivere. TEMPO per ANNUM
I Lettura Gb.9,1-12.14-16
Giobbe rispose ai suoi amici e prese a dire: «In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione dinanzi a Dio? Se uno volesse disputare con lui, non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille. Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo?
Vangelo Lc.9,57-62
Mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Tre incontri di Gesù con tre uomini o che si autopropongono a seguirlo o che vengono chiamati direttamente da Gesù; la risposta di Gesù per tutti è radicale nelle sue esigenze: abbandonare i
beni materiali, rompere con i legami famigliari, lasciare che altri si preoccupino di cose che possono ritardare le nostre scelte con il rischio di perdersi. E’ Dio che sceglie e dà a ciascuno la propria vocazione perché conosce i chiamati; autoproporsi da una parte c’è il rischio di non riuscire perché non conosciamo le difficoltà dell’impegno; dall’altra parte ci può essere la presunzione o voler strumentalizzare la chiamata. Il chiamato deve avere chiaro che la sequela di Gesù esige uno stile di vita che ha come metodo il rinnegamento di sé, quotidianamente e la conformazione a Cristo.