La tua Parola mi fa vivere. TEMPO per ANNUM
I Lettura Ef.2,1-10
Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù. Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.
Vangelo Lc.12,13-21
Uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse -: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
“Tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede”: forse questo invito di Gesù e l’affermazione seguente sono di una chiarezza sconcertante per l’esperienza che ognuno di noi fa quotidianamente, sia sulla propria pelle sia guardando chi ci sta vicino e nonostante questo continuiamo ad agire come se tutto dipende dai nostri affari, dai nostri guadagni, dalla nostra bravura! Il rapporto “dell’uomo ricco” della parabola è solo verso sè stesso, i suoi beni, dice “i miei raccolti”, “i miei magazzini”, “i miei beni” e anche “anima mia”: tutto è suo, neanche lontanamente gli sfiora il sospetto che lui è solo un amministratore di beni che gli vengono direttamente o indirettamente da Qualcun Altro, non gli sfiora l’idea che la cosa più importante sarebbe quella di condividere i beni, da cui ne deriverebbe la pace, la gioia, la serenità, il bene di molti, la giustizia… qui sta il male dei singoli e della nostra società.
RispondiInoltra |