La tua Parola mi fa vivere. TEMPO per ANNUM

27 Ottobre 2022 Off Di Don Savino D'Amelio

I Lettura Ef.6,10-20
Fratelli, rafforzatevi nel Signore e nel vigore della sua potenza. Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete dunque l’armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno cattivo e restare saldi dopo aver superato tutte le prove. State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace. Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio.

Vangelo Lc.13,31-35
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: “Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere”. Egli rispose loro: “Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!””.

Gesù è invitato a fuggire per evitare di essere ucciso da Erode; Gesù non fugge, ma continua il suo cammino verso Gerusalemme, perché ha l’autorevolezza di fronteggiare colui, Erode, che sì ha il potere politico di annientarlo fisicamente, ma non ha l’autorevolezza di stargli di fronte, non ha neanche la capacità di guardarlo negli occhi, è una volpe, non è temibile. La fuga non è per Gesù una soluzione, ma “cammina diritto, con viso duro” verso la sua meta che è sì Gerusalemme, è sì verso la morte, ma perché è Lui che si consegna “consegnò sé stesso”. La fuga che il cristiano nella vita spirituale ma anche sociale deve realizzare è quella dal male, dalla tentazione, dal pericolo (chi ama il pericolo in esso perisce); per il resto mai fuggire ma saper affrontare le responsabilità, saper fronteggiare il nemico con la forza e l’autorevolezza che ti viene dalla virtù e dallo Spirito Santo;
rileggiamo la prima lettura.