La tua Parola mi fa vivere. TEMPO per ANNUM
I Lettura 2Mac. 7,1-2.9-14
In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». E il secondo, giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
II Lettura 2Ts.2,16-3,5
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene. Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Vangelo Lc.20,27-38
Si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
In queste domeniche del mese di novembre, iniziato con la solennità dei Santi e seguita dalla commemorazione dei Defunti, la Parola di Dio ci inviterà a meditare ed a confrontare la nostra fede e la nostra vita vissuta con le realtà ultime della nostra esistenza terrena: Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso. Noi che abbiamo ricevuto il battesimo, siamo stati quindi innestati in Cristo, siamo i “figli della risurrezione, sono figli di Dio”. La nostra vita terrena è già una vita da risorti, di perfezione in perfezione, qui è il senso della vocazione alla santità, di grado in grado “siate perfetti come il Padre vostro celeste”; la vita eterna non è che la vita in Dio, nella sua pienezza, “vedremo Dio faccia a faccia”, ma solo se nei giorni della vita terrena il nostro orientamento è stato verso Dio e si è cercato di vivere per Lui. San Giovanni scriveva: “ Scivolando nella morte, rendo visibile l’attesa, gli occhi fissi ad un punto, ad un’unica risurrezione”.