La tua Parola mi fa vivere. TEMPO di AVVENTO
I Lettura Sof. 3,14-17
Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a te, tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: «Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore, esulterà per te con grida di gioia».
Vangelo Lc. 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre
del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
La ricchezza delle persone deriva da incontri che pongono a base il dono di sé, non delle cose; dal dono deriva la gioia, in una spirale ascensionale infinita; l’amore vero non conosce monotonia, non conosce noia, perché il dono di sé non si esaurisce, come polla d’acqua sorgiva che emette sempre acqua nuova, pura, fresca; il dono non è una cosa ma una persona e le persone hanno delle capacità pressoché infinite. Elisabetta è anziana ma nell’incontro con Maria fa sgorgare un canto di gioia come una giovane entusiasta, piena di spirito, di gioia traboccante, incontenibile, mentre riceve, dona, sa riconoscere la grandezza di Maria. Maria incurante dei rischi di un viaggio così lungo (circa 150 Km. Da Nazareth ad Ein Karem) è spinta solo dal desiderio di donare sé con Quello che porta in grembo, “andò in fretta”; non ci sono ritardi in coloro che comprendono le esigenze dell’amore. “C’è più gioia nel donare che nel ricevere”. (At.20,35) Gesù è il dono del Padre che si è donato all’infinito, visto che si è fatto Eucarestia, segno di amore infinito.