La morte di Papa Benedetto e la sua forza dirompente

11 Gennaio 2023 Off Di Carmela Romano

La scomparsa di Papa Benedetto, alle ore 9.34 del 31 dicembre 2022, ci fa pensare che si è addormentato “sazio di giorni”, come ci ricorda la Scrittura. Un uomo, un credente, un sacerdozio, vescovo e Papa che ha vissuto eroicamente la sua fede e la sua speranza, alimentate da una carità che ha prodotto cultura teologica significativa. Non sono stati pochi i dolori che ha vissuto Il vuoto che il Papa emerito ha lasciato è percepibile sin dalla notizia, data dallo stesso Papa Francesco qualche giorno prima dell’evento; quando chiedeva di affiancare Papa Benedetto nella preghiera. Si è consumato tanto inchiostro in questi giorni con riflessioni dedicate alla sua persona e al suo pensiero. Molti credenti hanno sentito il bisogno di scrivere e dedicare un tempo al compianto. Lo hanno dimostrato le migliaia di persone accorse al capezzale per l’ultimo saluto e la partecipazione di massa ai suoi funerali. Ora, abbiamo la possibilità di rendere la sua dolorosa passione vivente “fruttuosa” per noi. Possiamo far rivivere i suoi insegnamenti ed il suo pensiero, riprendendo per esempio “Introduzione al Cristianesimo”. Possiamo riprenderne la lettura e la meditazione. Offre un contributo significativo alla nervatura della nostra fede. Ricordiamo volentieri un passaggio sul concetto fede. Essa viene presentata a partire da una prospettiva personale:«La fede è trovare un ‘tu’ che mi sostiene e che, nell’incompiutezza e nella profonda inappagabilità di ogni incontro umano, mi accorda la promessa di un amore indistruttibile, che non solo aspira all’eternità, ma ce la dona. La fede cristiana vive del fatto che non solo esiste obbiettivamente un senso, ma che questo senso mi conosce e mi ama. Conseguentemente, fede, fiducia e amore formano in ultima analisi un tutto unico e tutti i contenuti, attorno a cui la fede ruota, sono unicamente concretizzazioni di quella svolta che sostiene tutto, dell’”io credo in te”, ossia della scoperta di Dio guardando il volto dell’uomo Gesù di Nazareth.»(pag. 72)

Infine, la presentazione della fede come “Parola” e come “Simbolo” porta a comprenderla come «essenzialmente collegata al ‘tu’ e al ‘noi’»:«C’è religione, in fondo, non nel ritiro solitario del mistico, ma solo nella comunità di chi annuncia e chi ascolta»(pag. 87). Buon cammino a noi tutti, nell’ordinarietà della vita con questo padre e dottore della Chiesa del nostro tempo, pronto ad intercedere e a rivelarci i segreti della vita cristiana.