Nella tua volontà è la mia gioia mai dimenticherò la tua parola. TEMPO “Per Annum” (Ordinario)
I Lettura Gen.2,18-25
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: “Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta”. Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Vangelo Mc.7,24-30
Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: “Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma lei gli replicò: “Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia”.Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
La prima lettura ci propone, in modo immaginifico, la creazione della donna tratta dall’uomo; quali i significati? Innanzitutto che l’uomo e la donna sono complementari, che la loro diversità ha il senso di una vocazione all’amore nell’unità. Poi che tra l’uomo e la donna c’è un rapporto di diversità ma anche di complementarietà necessaria per farli crescere nell’amore; sappiamo bene infatti che questa diversità è un mezzo che Dio ha impiegato per obbligarci a progredire nell’amore, a uscire da noi stessi per accettare l’altro. Il primo fine del Matrimonio, nell’ottica cristiana, è il bene della coppia, ognuno dei due deve lavorare per aiutare l’altro a crescere, a migliorare la qualità della sua vita, a santificarsi, il fine del matrimonio è la santificazione dei due che poi diventa missione per la promozione del bene dei figli e di tutte le persone che la coppia incontra, è un allargarsi di cerchi concentrici.
.