Mostrami Signore la tua via. Crea in me o Dio un cuore puro. TEMPO di Quaresima
I Lettura Michea 7,14-15.18-20
Quale dio è come te, che toglie l’iniquità e perdona il peccato al resto della sua eredità? Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore. Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati. Conserverai a Giacobbe la tua fedeltà, ad Abramo il tuo amore, come hai giurato ai nostri padri fin dai tempi antichi.
Vangelo Lc.15,1-3.11-32
I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno…….Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò…”Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,…. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni …..Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
La parabola ha una valenza universale e illimitata nel tempo; quanti ragazzi, pur avendo tante libertà prima di diciotto anni, sognano il giorno del diciottesimo anno per poter evadere dalla famiglia, scappare dai genitori…quanti restano in casa ma come se la casa è un albergo, sempre e solo pieni di pretese…Ma anche in altro senso: quanti pensano di trovare la libertà, la pienezza del piacere, delle soddisfazioni umane, liberandosi di Dio…oppure vivendo una religiosità fatta di comodi, di ritorni, di tiepidezza….Ci si accorge della preziosità della casa paterna quando la si perde e la lontananza crea una desolazione peggiore della fame ed è qui che può nascere il gemito e la nostalgia dell’amore del padre, è qui che può nascere il proposito del ritorno, a qualsiasi prezzo, perché sente quasi telepaticamente, che c’è un Padre che lo attende. Se il figlio che va lontano si risveglia al senso della sua dignità e dell’amore filiale, quello che rimane in casa rischia di non accorgersi di essere senza amore; in quale dei due figli pensiamo di essere? Di una cosa dobbiamo esser certi: il Padre esce incontro ad ambedue, bisognosi, uno più dell’altro di recuperare la vita, l’amore , la salvezza.