Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario
I Lettura Tb.11,5-17
Anna sedeva scrutando la strada per la quale era partito il figlio. Quando si accorse che stava arrivando, disse al padre di lui: «Ecco, sta tornando tuo figlio con l’uomo che l’accompagnava». Raffaele disse a Tobìa, prima che si avvicinasse al padre: «Io so che i suoi occhi si apriranno. Spalma il fiele del pesce sui suoi occhi; il farmaco intaccherà e asporterà come scaglie le macchie bianche dai suoi occhi. Così tuo padre riavrà la vista e vedrà la luce». Anna corse avanti e si gettò al collo di suo figlio dicendogli: «Ti rivedo, o figlio. Ora posso morire!». E si mise a piangere. Tobi si alzò e, incespicando, uscì dalla porta del cortile. Tobìa gli andò incontro, tenendo in mano il fiele del pesce. Soffiò sui suoi occhi e lo trasse vicino, dicendo: «Coraggio, padre!». Gli applicò il farmaco e lo lasciò agire, poi distaccò con le mani le scaglie bianche dai margini degli occhi. Tobi gli si buttò al collo e pianse, dicendo: «Ti vedo, figlio, luce dei miei occhi!». E aggiunse: «Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobìa».
Vangelo Mc.12,35-37
Insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?».E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Nel Vangelo di oggi è Gesù che pone una domanda: “Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide?”; Gesù vuole chiarire la sua identità di fronte Giudei che avevano un’idea del Messia come un politico, un re non diverso da Davide, magari più potente, ma semplicemente un re, potente e vittorioso, che avrebbe condotto il loro popolo al trionfo, alla liberazione dal potere romano. La mitezza, la povertà, la solidarietà…sono valori che con combaciavano con l’identikit che avevano loro; Gesù fa capire ai Giudei che essi sono ciechi, poiché si fermano alla visione della sua umanità e la profondità della sua dottrina non li muove a vedere oltre. Spesso anche noi limitiamo Gesù alle nostre idee, lo riduciamo ai nostri interessi, a nostro uso e consumo; il Vangelo lo intendiamo come ci conviene, lo addomestichiamo, con la motivazione che i “tempi sono cambiati”, che bisogna essere moderni ecc.; dimentichiamo che il Cristo è il Figlio di Dio, che è il “Salvatore” e che la salvezza non parte da noi, dalle nostre idee, ma che il fondamento sta nel suo annuncio e nella sua Passione, Morte e Risurrezione; e non basta compiacersi per alcune frasi del Vangelo, ma il Cristo va amato, seguito e testimoniato.
Invito: Dal pomeriggio del 26 giugno al mattino del 1 luglio nella nostra Casa di Spiritualità di Rocca di Mezzo (AQ) si terrà il corso di Esercizi Spirituali a cui partecipano i Discepoli; e chiunque volesse partecipare (Sacerdoti, Suore, laici/laiche) può iscriversi telefonando direttamente o mandando un sms/mail ecc. a me 339 1682791, dondamelio@gmail.com o a don Cesare 331 2530900 mail: discepoli@mclink.it.
Il tema delle meditazioni è il seguete:
ALLE SORGENTI BIBLICHE DELL’AMORE
26. (pomeriggio): “Tu, amerai!” – Perché è un comando? Dt 6,4-5
27. – La 1° legge fondamentale dell’amore: “servire” Mt 20,20-29
-La 2° legge fond. dell’amore: “donare, donarsi” Mc 12, 41-44
28. -“Consacrali nella verità” Gv 17
-“Tu sarai mia proprietà preziosa” Es 19, 1-8
29. -“Beati i puri di cuore” Mt 5, 8
-“Eunuchi a causa del Regno” Mt 19, 1-12
30. -Ascesi e solitudine nell’esperienza religiosa 1Cor 9, 24-27
– Maria di Betania: icona dell’amore riconoscente Gv 12, 1-8
1. Santa Messa conclusiva
La Guida: Padre Ubaldo Terrinoni (Cappuccino)
Il corso di Esercizi Spirituali è un’esperienza forte di spiritualità, basata sul SILENZIO, sull’ASCOLTO, sulla PREGHIERA e sul DISCERNIMENTO della PROPRIA VITA