Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura Es.2,1-15
In quei giorni, un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. La sorella del bambino si pose a osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Ella vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. L’aprì e vide il bambino: ecco, il piccolo piangeva. Ne ebbe compassione e disse: «È un bambino degli Ebrei». La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: «Devo andare a chiamarti una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?». «Va’», rispose la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: «Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario». La donna prese il bambino e lo allattò. Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!».
Vangelo Mt.11,20-24
Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te,oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
La salvezza, la liberazione, la vita eterna non è una certezza risultante da presunzione di opere compiute o per essere iscritto in un registro o, come in un album di fotografie, perché sono stato in un certo posto, ho visto uno spettacolo ecc. La salvezza è dono di Dio dato a chi si lascia convertire dalla sua Parola, dalla sua vita; ricordiamo che Gesù dopo alcuni miracoli/guarigioni/segni ha fatto seguire l’invito: “Va e non peccare più”. Il rimprovero rivolto nel Vangelo di oggi da Gesù alle varie popolazioni pensiamolo rivolto a ciascuno di noi: quante persone abbiamo avuto nella vita che ci hanno educato alla vita cristiana, quanti esempi di vita santa abbiamo letto, a quante celebrazioni abbiamo partecipato? La nostra vita di quanto è cambiata? Ci siamo convertiti seriamente? Sì ci sono sempre delle fragilità che minano la nostra fedeltà ma l’orientamento, la determinazione a vivere una vita coerente con il vangelo, e non seguendo falsi profeti o mode, non deve venir meno; al resto ci pensa Dio