Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.

18 Agosto 2023 Off Di Don Savino D'Amelio

I Lettura Gs.24,1-13
Giosuè radunò tutte le tribù d’Israele a Sichem e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore, Dio d’Israele: Vi diedi una terra che non avevate lavorato, abitate in città che non avete costruito e mangiate i frutti di vigne e oliveti che non avete piantato”».

Vangelo Mt.19,3-12
Si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». Gli domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di ripudiarla?». Rispose loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra, commette adulterio». Gli dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

La domanda che i farisei pongono a Gesù, con fini insidiosi, è attualissima anche per il nostro tempo; se la risposta di Gesù non la vogliamo ridurre a “favola inventata da qualcuno”…dovremmo riflettere bene sul significato del matrimonio che non lo si può ridurre ad una semplice convivenza basata su convenienze di vario genere da interrompere quando queste vengono meno. Al matrimonio si dovrebbe arrivare da un percorso di formazione umana, sociale, psicologica, cristiana e religiosa e con questo non mi riferisco al cosiddetto “corso prematrimoniale” che, se fatto bene, per un adeguato periodo di tempo, dovrebbe aiutare ad interrogarsi sul senso e la responsabilità a cui chiama il matrimonio, sia quello religioso che quello civile; il percorso formativo dovrebbe iniziare in famiglia, dalla tenera età, ti tappa in tappa secondo lo sviluppo del ragazzo, del giovane ecc. Poi alla domanda degli apostoli sulla non convenienza di sposarsi, Gesù non parla di “libera convivenza”!!! ma pone in risalto che il matrimonio è una vocazione per una missione, come in alternativa la Vita Consacrata
“ve ne sono altri (eunuchi) ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».”