Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura Rt. 1,1.3-6 e seg
Al tempo dei giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo, [chiamato Elimèlec,] con la moglie Noemi e i suoi due figli emigrò da Betlemme di Giuda nei campi di Moab. Poi Elimèlec, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i suoi due figli. Questi sposarono donne moabite: una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitarono in quel luogo per dieci anni. Poi morirono anche Maclon e Chilion, [figli di Noemi,] e la donna rimase senza i suoi due figli e senza il marito. Allora intraprese il cammino di ritorno dai campi di Moab con le sue nuore, perché nei campi di Moab aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane. Orpa si accomiatò con un bacio da sua suocera, Rut invece non si staccò da lei. Noemi le disse: «Ecco, tua cognata è tornata dalla sua gente e dal suo dio; torna indietro anche tu, come tua cognata». Ma Rut replicò: «Non insistere con me che ti abbandoni e torni indietro senza di te, perché dove andrai tu, andrò anch’io, e dove ti fermerai, mi fermerò; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio». Così dunque tornò Noemi con Rut, la moabita, sua nuora, venuta dai campi di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.
Vangelo Mt.22,34-40
I farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Gesù è venuto a dare compimento e, aggiungiamo, chiarezza a tutta la Rivelazione compiuta da Dio dalla creazione fino a Gesù Cristo. Alla domanda “qual è il grande comandamento?” Gesù avendo capito che la domanda non era sincera ma insidiosa, va diritta al cuore della questione, al fondamento della vita del credente; dei Dieci Comandamenti già nei libri del Deuteronomio e del Levitico c’era una sintesi che ne traduceva in positivo quello che sembrava una serie di divieti o di obblighi; “Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”: questa è una conseguenza logica della nostra identità che è fondamento della nostra relazione con Dio; se Dio è Amore e noi siamo parte di Lui, sua Immagine, la nostra relazione con Lui non può essere che relazione di amore, E ancora, il secondo comandamento “è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”; e continua la logica: se siamo tutti figli di Dio, siamo fratelli e la nostra relazione non può non basarsi sull’amore; se si esce da questa logica si tradisce la propria identità, rinnegando il prossimo rinneghiamo Dio, non amando il prossimo non amiamo Dio