Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura 1 Tes.4,13-18
Non vogliamo, fratelli, lasciarvi nell’ignoranza a proposito di quelli che sono morti, perché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto e risorto, così anche Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.
Vangelo Lc.4,16-30
Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi a proclamare l’anno di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
La pagina del vangelo di oggi presenta la prima “uscita” di Gesù che compie proprio nella Sinagoga di Nazareth. E’ il tempo dell’anno di grazia del Signore: “oggi si è compiuta questa scrittura”, è il tempo della presenza di Dio, in Cristo, l’atteso delle genti: unica condizione per essere beneficati è il riconoscerlo per quel che è e l’accoglierlo. La reazione dei nazaretani da una parte è di meraviglia per l’ascolto delle sue parole, dall’altra è di rifiuto, di avversione, perché non sanno riconoscerlo, si fermano solo alla loro conoscenza “non è costui il figlio di Giuseppe?”ma anche perché pensano solo di usarlo per loro interessi “quello che hai fatto a Cafarnao, fallo anche qui”.La missione di Gesù non quella di compiere miracoli, ma quella di far conoscere Dio e di riportare l’umanità a Lui, questo è “l’anno di grazia”, il tempo della salvezza. Prima uscita di Gesù e prima minaccia di morte, “Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. E noi siamo chiamati ad una scelta, o quella dei nazaretani, o quella dei discepoli
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