Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura 1Tim.3,1-13
I diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati nell’uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.
Vangelo Lc.7,11-17
Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, alzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
“Il Signore fu preso da grande compassione”: Gesù è in cammino con i discepoli, seguito da una “grande folla”; l’annuncio del Regno di Dio non è una teoria, una nuova filosofia, una nuova religione, ma l’annuncio di una realtà che va compresa attraverso parole, gesti, segni concreti: Dio è dentro ogni persona chiamata a vivere eternamente, a dare senso alla propria esistenza “afferrata da Cristo”, Dio è in mezzo a noi, per tenere viva la bellezza del mondo. I segni che Gesù compie, la guarigione del servo del centurione (ieri), la resurrezione del figlio della vedova di Naim (oggi) e così via tanti altri scorrendo i Vangeli, sono “segni” che rimandano ad una
realtà che è oltre, che dobbiamo capirla per accoglierla, farla nostra. Scriveva San Paolo VI: “Il Regno di Dio non è di questo mondo, e che la sua vera crescita consiste nel conoscere sempre più profondamente le ricchezze di Cristo, nello sperare sempre più fortemente i beni eterni, nel rispondere sempre più ardentemente all’amore di Dio. La sollecitudine della Chiesa per le necessità degli uomini è mossa dal desiderio di illuminarli con la luce di Cristo e adunarli tutti in Lui”.