Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.

1 Ottobre 2023 Off Di Don Savino D'Amelio

I Lettura Ez.18,25-28
Così dice il Signore: “Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà”.

II Lettura Fil.2,1-11
Fratelli, se c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre.

Vangelo Mt.21,28-32
Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Risposero: “Il primo”.E Gesù disse loro: “In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli”.

La parabola del Vangelo di oggi ci invita a riflettere e ad esaminare il nostro modo di relazionarci con Dio, dentro al conflitto che è naturale in ciascuno, quello cioè di voler affermare sé stessi e quello di saper riconoscere che non siamo il centro dell’universo, che non possiamo tutto ma che la nostra vita dipende da relazioni.Il desiderio di affermare sé stessi, che inizia con l’età preadolescenziale e prosegue un po’ con più o meno accentuazioni in tutta la vita, ci porta o ad avere nei confronti della legge, del genitore ecc. o

un’obbedienza supina dettata dalla paura o a ribellarci per dimostrare la nostra identità. La trasgressione fa parte di ogni cammino di crescita, fa parte di quella sfida che poniamo anche implicitamente a noi stessi per vedere quanto
siamo capaci, C’è però una verità che si fa strada nella coscienza e che se accolta ti pone sul cammino della relazione che costruisce il bene. E’ importante riconoscere quello che sentiamo, ma non può diventare l’unico criterio delle nostre azioni. Il primo a desiderare che la nostra libertà cresca, è Dio; Gesù l’ha detto esplicitamente: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv.8,31-32)
Qui è il senso della vita di una persona, imparare a costruire la vera libertà, che è diversa dal libero arbitrio: questo è un dato naturale, quella è una virtù!