Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.

7 Ottobre 2023 Off Di Don Savino D'Amelio

I Lettura At.1,12-14
Dopo che Gesù fu assunto in cielo, i discepoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.

Vangelo Lc.1,26-38
L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo: “Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei.

La memoria liturgica odierna origina da due realtà e le congiunge: la devozione del Rosario e l’efficacia della preghiera. Gli antichi eremiti orientali usavano collane di pietruzze per tenere il conto delle loro orazioni; nell’alto Medio Evo i monaci se ne servivano per recitare i 150 Salmi nella Liturgia delle Ore. Per analogia ai fedeli fu insegnato ad offrire alla Vergine “ghirlande mistiche” di 150 rose, le Ave Maria e 15 Padre Nostro. Al certosino Domenico di Prussia si deve l’idea di arricchire la struttura di contenuto utile alla riflessione spirituale, inserendo la meditazione dei momenti salienti della vita di Gesù, rendendolo davvero “il breviario per il popolo”. Dal XV secolo, con Alano de la Rupe e le Confraternite del Rosario, i Domenicani divennero grandi promotori del “Salterio della Vergine”. Nel XVI secolo, Papa Pio V incoraggiò e raccomandò la recita del Rosario quale “arma” efficace per debellare le eresie.
Proprio Papa Pio V istituì questa memoria liturgica per celebrare la vittoria riportata dalla Lega Santa il 7 ottobre 1571 a Lepanto contro la flotta turca, impresa che arrestò l’espansione ottomana: fu la risposta della Provvidenza alla preghiera fiduciosa del popolo cristiano alla Vergine attraverso il Rosario. San Giovanni Paolo II aggiunse ai Tre Misteri e quindi alle 150 Ave Maria un quarto Mistero, quello della Luce, quindi 200 Ave Maria e 20 Padre Nostro.
Il Rosario è una preghiera litanica che se ben pregata, meditando gli episodi della vita del Signore e ponendo delle Intenzioni particolari per ogni mistero non solo non ci si “annoia” ma si entra profondamente nella contemplazione di Dio.