Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura Rm.1,16-25
Fratelli, io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Vangelo Lc.11,37-41
Mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
“non mi vergogno del Vangelo”: è un’affermazione forte e lapidaria di San Paolo; la domanda è rivolta a ciascuno di noi? Ci vergogniamo del Vangelo? Per vergognarsi significa che la nostra non è vera fede, la nostra relazione con Dio è solo appariscente non autentica, che la nostra religione, come quella di scribi e farisei, si basa sull’esteriorità, ci si accontenta delle apparenze, del vuoto; le cosiddette tradizioni sono valide se sono purificate, se sono vissute con lo spirito originario, scrostate delle tante incrostazioni che si sono aggiunte nel tempo e che le hanno rese non mezzi per vivere la religione ma strumenti di folclore, quando non sono vissute come mezzi di potere…” Non mi vergogno del Vangelo”: significa abbracciarlo, testimoniarlo, essere innamorati della via che ci indica, sapendo che è via di verità e di vita.