Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.

2 Novembre 2023 Off Di Don Savino D'Amelio

I Lettura Gb.19,1.23-27
Rispondendo Giobbe prese a dire: «Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro e con piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

II Lettura Ap. 21, 1-7
Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva: «Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate».

Vangelo Gv.6,37-40
Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

La Chiesa fin dai primi tempi ha coltivato con grande pietà la memoria dei defunti e ha offerto per loro i suoi suffragi (Lumen Gentium 50). Nei riti funebri la Chiesa celebra con fede il mistero pasquale, nella certezza che quanti sono diventati con il Battesimo membri del Cristo crocifisso e risorto, attraverso la morte, passano con lui alla vita senza fine. (Cfr Rito delle eseq, 1).
“Noi dobbiamo aver così vivo il ri¬cordo de’ nostri Morti da sentirceli vicini continuamente, ansiosi e gioiosi di consigliarci, confortarci, guidarci nelle vicende giornaliere; tutti i nostri Morti quelli prima, s’intende, che ci furon più cari, che son rimasti più legati a noi da vincoli di sangue e di particolare riconoscenza. Dobbiamo tanto a loro! Chi più, chi meno ci beneficarono tanto con l’esempio, con la parola, con i più sva¬riati aiuti materiali e morali. Dovere elementare è mo¬strare loro co’ fatti la nostra gratitudine d’amore, ascol¬tandone piamente gl’intimi suggerimenti, le trepide rac¬comandazioni, le pudiche parolette brevi. Come un perenne colloquio deve animare realmente la celeste corrispondenza d’amorosi sensi tra noi e loro”.(Med.pag.88 P. Minozzi)
Preghiera: “Ieri i Vittoriosi, o Signore, i migliori di noi…oggi tutti i fratelli trapassati dalle rive brevi del tempo all’oceano sterminato dell’eternità. Per essi ti preghiamo, o Signore: affretta Tu l’ora del trionfo, l’ora della pace in Te, nella tua luce ineffabile, nel gaudio perfetto della tua visione suprema, della tua disvelata presenza”.(P.Minozzi)