Conservo nel cuore le tue parole mostrami il tuo volere. Tempo Ordinario.
I Lettura Rom.11,1-2.11-12…
Fratelli, Dio ha forse ripudiato il suo popolo? Impossibile! Anch’io infatti sono Israelita, della discendenza di Abramo, della tribù di Beniamino. Dio non ha ripudiato il suo popolo, che egli ha scelto fin da principio. Ora io dico: forse inciamparono per cadere per sempre? Certamente no. Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta alle genti, per suscitare la loro gelosia. Se la loro caduta è stata ricchezza per il mondo e il loro fallimento ricchezza per le genti, quanto più la loro totalità! «Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà l’empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati».
Vangelo Lc.14,7-11
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cédigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Gesù mentre partecipa ad un banchetto coglie l’occasione per dare una lezione fondamentale di vita, al di là della brutta figura che alcuni possono fare o dell’osservanza del galateo che alcuni mostrano di non avere. La lezione riguarda l’umiltà, virtù fondamentale nella vita di ogni uomo; Gesù mette in guardia i discepoli dal rischio pericoloso e ben radicato nel cuore umano di ricercare sempre i primi posti, del desiderio di grandezza, di superiorità, della voglia di primeggiare, di ritenersi migliori degli altri…La mancanza di umiltà ci rende antipatici, impedisce la relazione, manifesta la carenza di amore nei confronti degli altri. Se siamo carenti di umiltà nei confronti del nostro prossimo, lo siamo anche nei confronti di Dio e questo significa che abbiamo perso il senso della nostra dimensione, la consapevolezza di chi e che cosa siamo e quindi anche nei confronti di Dio diventiamo incapaci di relazionarci. L’umiltà non toglie niente alla persona ma lo esalta: “Ha guardato l’umiltà della sua serva…grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”(Lc.1,48),; Gesù “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”. (Fil.2,8)